“La Coscienza dell’Immagine” (Psicoanalisi dell’Arte?) – 1997
(Editrice Nuovi Autori – Milano 1997)
“I nostri sensi ci mostrano soltanto la superfice, e tutto il resto sono deduzioni”, ha detto Lichtenberg. Questa citazione del filosofo tedesco del ‘700, che ci si propone alla mente per una certa affinità di tensione morale con il nostro Autore, chiarisce bene un’indispensabile premessa per la migliore lettura di de Francisco: occorre capovolgere la centralità del testo a vantaggio di una centralità della lettura e del momento ermeneutico, occorre cioè focalizzare l’attenzione e favorire l’esperienza del rapporto diretto e individuale fra lettore e testo per comprendere quanto l’opera sia l’autobiografia di uno “scopritore”, per cosi dire, sia il diario di un cammino faticosamente percorso per uscire dall’oscurità di certi schemi, per tentare si sconfessare il dogma e liberare la facoltà di giudizio verso l’illuminazione intellettuale e la visione dell’opera d’arte come organismo autonomo.
In questa chiave di lettura risulta agevole comprendere quanto questa “Coscienza dell’Immagine” rifletta l’interiorità dell’artista de Francisco e quanto egli riesca a riprodurre con chiarezza il Segno del proprio universo interiore addentrandosi nella psicoanalisi di se stesso. …..
Fulvio Aglieri (1997)


