“Immagini in Dialogo” (2002/2004)
“Nei miei pensieri” 2002 da “Immagini in Dialogo” cm 100 x 70,66 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass
Nè fotografia tradizionale
nè pittura tradizionale;
semplicemente:
“oltre”
***
“Or traditional photography
or traditional painting;
simply:
“it is beyond the grasp of the imagination”***
“Partendo dal mio autoritratto, dall’ io singolo e dall’ io collettivo in rapporto all’ esterno, agli eventi della storia quotidiana (del terrorismo, dei massacri, della guerra), dove l’impotenza del singolo è sempre più manifesta rispetto alle gerarchie del potere, L’ “Io” grida la propria apparente incapacità di incidere sugli eventi che lo travolgono e, in un primo momento si riflette su se stesso per ricercare l’ origine di questa tragedia cosmica che altro non è che nella propria incapacità di rapportarsi con l’ esterno, con il mondo, con gli altri, con quelli cioè che sono diversi da lui stesso.
Poi, all’ improvviso, scopre che si può dialogare che si può far emergere il Bene che è racchiuso dentro di noi, che si può ascoltare quella voce che è diversa dalla nostra: che si può (come il Dialogo di queste Immagini che si sovrappongono e si fondono in un’ unica immagine) aprirsi al dialogo con gli Altri.
Immagini in Dialogo, non sono altro che le Immagini della nostra realtà quotidiana, della nostra cultura multimediale, pubblicitaria, che si confrontano-scontrano-fondono con i “diversi” che coesistono su questo pianeta”. (2004)
“All’ origine furono ….
“Immagini in Diaologo” (2002)




























“La vera battaglia del XXI secolo non sarà
tra le Civiltà e le Religioni,
bensi
tra Violenza e Nonviolenza.
E’ questo il momento di dimostrare
il coraggio della nonviolenza,
il coraggio di impegnarsi nel dialogo
il coraggio di ascoltare
ciò che non vogliamo sentire
il coraggio di tenere sotto controllo
il nostro desiderio di vendetta
e seguire invece la Ragione.”
(Daisaku Ikeda)
“Città oltre l’Immagine” (2002)

“L’ Immagine di una città, Milano, vista oltre quello che si vede, il caos e la frenesia, al di là delle apparenze, dietro gli automatismi che ci spingono ogni giorno; i nostri sogni, le nostre aspirazioni, il legame con gli altri, che non si vedono ma sono racchiusi dentro ogni individuo che popola questa metropoli.
Oltre l’Immagine che appare grigia e di cemento accozzato di lamiere d’auto anonime, tentativo di vedere una città-comunità più umana, più a portata del nostro bisogno di amore, del nostro bisogno di stare con gli altri. Di una città insomma che vada oltre la burocrazia del funzionale e del “tutto al suo posto”, e si apra all’essenza dell’uomo che poi, in fondo, è l’unico che la abita e la vive giorno dopo giorno. Questa città oltre la città!” (2004)





























“Suonata per Saddam” (2004)

















Per l’artista, dunque, è importante ricercare nella definizione formale dell’ opera, l’ idea di come poter sovvertire l’ordine delle cose, dei pensieri, del tempo e della logica funzionale. Tuttavia, de Francisco, non utilizza le immagini per prendere una posizione politica in riferimento alla forma mentis di una generazione o di uno “zeitgeist” di un’ era come la nostra, ma le utilizza come materia prima da esaminare in relazione alla struttura della realtà rappresentata. Il suo, si potrebbe definire un linguaggio criptico di fondo: tracce e memorie del vissuto sono sottratte al fluire del tempo e consegnate al loro destino di deperibilità, di libertà.
Dunque, nei suoi video ma anche nelle fotografie (ultimamente prese in prestito dai video e realizzate in stampa lambda sotto plexiglass) assistiamo ad una nuova narrazione dell’ esperienza del quotidiano, una panoramica sul mondo di oggi e sulle espressioni della globalizzazione. Il più delle volte l’ artista stesso si identifica in prima persona, mette in gioco l’ identità di creativo e di spettatore come nei video “Attraverso la creazione”, 2006 “Suonata n.24” e “ Nello studio d’artista”, “Suonata n.8”. Vita, morte, rinascita, transito, forza magnetica e carica erotica nel video “Eros & Thanatos”, 2007, che esplora l’ associazione di amore e morte,….. (Testo critico di Dores Sacquegna – Lecce – PrimoPiano Living Gallery – 2008)
“Città erotica” (2003)






















De Francisco utilizza una tecnica caotica e immersiva nella quale è facile perdere il senso di orientamento. È il bivio che mette in discussione la scelta: correre o fermarsi. Del resto, credo, sia questo l’ obiettivo dell’ artista, farci smarrire la “retta via” per ritrovarne una nuova, come quando si percorre un labirinto di specchi nel quale ci apprestiamo a seguire noi stessi o il nostro spettro, in un tortuoso percorso di possibilità e ostacoli.
Il suo stile visuale è un incrocio sinergico di “Arte Totale” nel quale diverse discipline, come la poesia, la musica, il collage, la fotografia, le tecniche digitali, il video, combinate assieme sono in grado di produrre un nuovo Dna del nostro tempo, i cui risultati sono questi video-container, creazioni visive e musicali con una enorme varietà di concept in grado di stimolare la percezione sensoriale e la curiosità intellettuale. (Dores Sacquegna)




